FRANCESCO GABBANI, Intervista by Error

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Vincenzo Magnusson
view post Posted on 29/3/2016, 10:29 by: Vincenzo Magnusson     +3   +1   -1

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Oggi conosciamo meglio il vincitore dell'ultima edizione del Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte, il 33enne toscano Francesco Gabbani, trionfatore con l'irresistibile "Amen".

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Innanzitutto grazie per aver accettato di sottoporti a questa intervista

Grazie a voi. E' un piacere!


Quando e come è scoccata la scintilla che ti ha portato ad innamorarti della musica? E qual'è stata la tua formazione musicale?

Guarda, in realtà una scintilla vera e propria non c'è stata. Il mio percorso è stato sicuramente avvantaggiato dal fatto che io sono nato in mezzo ad un ambiente musicale. Mio padre era un musicista e aveva, ed ha tutt'ora, un negozio di strumenti musicali. Così io sono cresciuto in mezzo alla musica, in mezzo agli strumenti musicali. Logicamente, all'inizio ho avuto un approccio ingenuo e giocoso, infatti il mio parco giochi era il negozio. Crescendo ho iniziato ad accorgermi che la musica sarebbe stata una componente fondamentale della mia vita. Il punto di svolta c'è stato quando a dodici anni ho cominciato a sentire l'esigenza di scrivere canzoni e, da quel momento in poi, non ho più smesso di farlo. Questa è la passione che mi ha accompagnato per tutta la vita fino ad oggi. Il primo approccio professionale che ho avuto nei confronti della musica è stato intorno ai diciotto anni. In quel momento stavo terminando gli studi al liceo classico e ho ricevuto la bella notizia che i Trikobalto, la mia band di allora, avrebbe iniziato un percorso di produzione del primo disco, tra l'altro prodotto dai Planet Funk.


A proposito dei Trikobalto. Oltre ad aver pubblicato due dischi, avete avuto l'onore di aprire un concerto degli Oasis, Non è stata una vera e propria collaborazione ma, se ne avessi l'occasione, con quale cantante o band ti piacerebbe collaborare in futuro?

In realtà sono tanti gli artisti con i quali mi piacerebbe collaborare, perché ho sempre apprezzato in maniera trasversale tutto ciò che mi emoziona. Ma, se proprio devo fare un nome, il mio sogno nel cassetto sarebbe poter collaborare con il mitico maestro Franco Battiato, che per me è una grande fonte di ispirazione.


Successivamente hai lasciato la band per intraprendere un percorso da cantante solista. Nel 2013 questo percorso ti ha portato a pubblicare il tuo primo album ufficiale “Greitist Iz”. Come mai hai scelto questo nome particolare considerando che si trattava del tuo primo lavoro discografico?

Generalmente ho un taglio autoironico e ironico, e quel titolo ha appunto un significato ironico. Volevo giocare sul fatto che, alla fin fine, il primo disco di un artista sia già un greatest hits, perché è la scelta delle canzoni migliori che sono state scritte fino al momento in cui è stato realizzato il proprio disco. Fondamentalmente è questo il senso del titolo dell'album.


Considerando il successo che stai riscontrando grazie al Festival di Sanremo, di cui parleremo nel corso dell'intervista, quale singolo del tuo primo album rilanceresti per far si che potesse avere la visibilità che meriterebbe?

Sinceramente il primo disco è tutto bello. Nel mio modo di scrivere, in un modo o nell'altro tutte le canzoni mi rappresentano. Ma il brano che coglie il mio lato più intimo, la fragilità quotidiana, le insicurezze che ho nel mio percorso esistenziale e, soprattutto, la mia passione per la musica che mi ha letteralmente salvato, è “Il vento si alzerà”, ultimo brano del disco “Eternamente Ora”. Questa canzone mi descrive più di tutte le altre, ma non so se sarà il prossimo singolo estratto dall'album.

Parliamo del Festival di Sanremo. Quest'anno ti sei presentato sul palco dell'Ariston nella categoria “Nuove Proposte” con il brano “Amen”. Parlaci di questo brano.

Questo è un brano che mi rende molto orgoglioso perché mi ha soddisfatto sin dal primo momento che l'abbiamo scritto. Parlo al plurale perché l'ho scritto insieme al mio compagno autorale Fabio Ilacqua, con il quale ho instaurato un rapporto sinergico molto particolare. Ci tengo molto a questo brano perché presenta questa connubio tra un sound elettronico, che è un po' contemporaneo e ti fa ballare, e un testo molto profondo, che ti fa riflettere sul modo di vivere attuale ed è un invito a rivalutare se stessi come artefici del nostro destino. Invece di aspettare un qualcosa di esterno a noi, tipo un miracolo che ci possa risolvere la vita, dobbiamo pensare che in realtà la vita è sempre in mano a noi stessi. In pratica noi dovremmo cambiare atteggiamento nei confronti delle cose quando le cose intorno a noi non cambiano.


Riallacciandoci al sound del brano “Amen” che hai appena dichiarato che ti fa ballare, sia nel videoclip ufficiale della canzone e sia dal vivo a Sanremo ti abbiamo visto ballare. Com'è nata questa passione?

Il discorso del balletto può essere associato allo stesso discorso della scelta del titolo del primo disco “Greitist Iz”. E' molto ironico, ovviamente non sono un ballerino. E' nato in maniera spontanea perché stavamo girando il videoclip di “Amen” con il mio amico, regista e fotografo Daniele Barraco, il quale mi ha proposto di provare un paio di balletti dato che ha visto nella canzone un certo ritmo. E io ho accettato in maniera molto simpatica ma, allo stesso tempo, anche divertita. Adesso devo ammettere che il balletto è diventata una caratteristica fondamentale di questo brano e per questo motivo l'ho portato anche sul palco dell'Ariston, ma in maniera molto spontanea.


Parlando sempre di Sanremo, durante la gara eri stato eliminato a causa di un errore. In pratica non erano stati conteggiati la maggior parte dei voti della sala stampa. Quali sensazioni hai provato in quel frangente?

Al momento del primo verdetto negativo non nascondo di aver provato, ovviamente, un grande dispiacere perché comunque sarebbe stata una grande delusione. Non nascondo che stavo già rivalutando la mia vita anche se, per tendenza, sono una persona che cerca sempre di vedere gli aspetti positivi. Tra me e me stavo già pensando che, nonostante l'eliminazione, è stata una bella esperienza quella di Sanremo ecc. Però, alla fine, il destino dell'universo riserva sempre delle grandi sorprese e il fatto che, successivamente, sia stata fatta luce sull'errore commesso è un fattore che è andato a mio favore e, logicamente, mi ha fatto piacere.


Infatti, come tutti sappiamo, hai vinto il Festival di Sanremo. Ma non solo, perché ti sei aggiudicato anche il premio della critica “Mia Martini” e il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo. Un susseguirsi di emozioni inaspettate, immagino…

Ma assolutamente. Anzi, devo dire che tutti questi riconoscimenti sono arrivati anche se in maniera sofferta. Proprio come hai affermato in precedenza, c'è stato l'episodio dell'errore durante il primo verdetto, perciò ho vissuto un up and down relativamente forte. Ma questi riconoscimenti hanno un grande significato, in quanto arrivano dopo un percorso fatto di anni di sacrifici spesi per la mia passione musicale.


In contemporanea alla gara sanremese, il 12 febbraio è uscito il tuo nuovo disco, “Eternamente Ora”, che contiene 8 tracce, “Amen” inclusa. Per chi non ha ancora avuto l'occasione di ascoltarlo ti va di raccontarci questo tuo lavoro discografico?

Mi viene da risponderti in maniera molto semplice che, alla fine, se qualcuno si è incuriosito ascoltando “Amen” penso che con il disco “Eternamente Ora” uno possa capire ancor di più chi è Francesco Gabbani. Nel senso che c'è il mio modo di vedere la vita, di analizzare le varie sfaccettature della nostra esistenza. Inoltre mi sento di dire che questo disco è un po' il continuo di “Amen” in quanto presenta lo stesso connubio del sound molto elettronico e i testi che suscitano delle riflessioni. Quindi spensieratezza da una parte ma razionalità e riflessività dall'altra.


La quarta traccia del disco s'intitola “Software”. Qual'è il tuo rapporto con la tecnologia?

In realtà ho un buon rapporto perché penso che la tecnologia, come del resto anche il web, sia un aspetto fondamentale della nostra vita. Ci aiuta e ci facilita tante cose e sicuramente ha un connotato positivo. Come dice la canzone “Software”, credo che la cosa importante sia vivere la tecnologia con molta consapevolezza, ovvero dovremmo renderci conto che è importante ma che non è tutto , alla fine contano le idee. Infatti una frase della canzone dice “rimango dell'idea che serva un'idea”. Quindi bisogna usare la tecnologia ma con consapevolezza.


Sempre nell'album troviamo “In Equilibrio”, un brano scritto da tuo fratello Filippo Gabbani. Quest'ultimo, oltre a collaborare con te, sarà anche il batterista dei tuoi prossimi live, giusto?

Sì, devo dire che con molto piacere condivido questa passione della musica con mio fratello. Pensare di condividere queste esperienze con una persona che fa parte della tua famiglia è una cosa molto gratificante. Infatti colgo l'occasione per poterlo coinvolgere nei miei progetti, perchè lo stimo. Ha una grande musicalità e lo porterò con me in tour come batterista, questa per me risulta essere una doppia soddisfazione.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Nel futuro immediato continuerò con la promozione dell'album “Eternamente Ora”, anche perchè rimane ancora qualche appuntamento Instore. Ma l'evento sul quale punto di più è quello dei concerti live che inizieranno a maggio, sperando che le tappe per quest'estate siano sempre di più.
Io nasco sul palco e voglio continuare a stare sul palco, quindi venitemi ad ascoltare dal vivo che mi darò in tutto e per tutto.


Questo è un giochino che proponiamo ai nostri intervistati, se vogliono. Ti va di farlo per farti conoscere meglio dai nostri utenti attraverso la musica?

- La tua canzone preferita: In realtà sono tante ed è impossibile sceglierne soltanto una. Rispondendo in maniera romantica e personale dico che sarà quella che devo ancora scrivere.
- Una canzone che ti commuove: “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela
- Una canzone che ti fa ballare: “Lean On” di Major Lazer & Dj Snake (feat MØ )
- Una canzone che ti aiuta a dormire: Non c'è nessuna canzone che mi aiuta a dormire perché la musica mi tiene troppo sveglio.
- Una canzone che ti ricorda un posto: “Angel” di Robbie Williams, mi ricorda le montagne e le dolomiti che adoro.
- Una canzone che ti descrive: “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato.
- Una canzone dal tuo album preferito: “Money”, dall'album “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd.
- Una canzone della tua infanzia: “Master Blaster (Jammin')” di Stevie Wonder.


Grazie per la tua disponibilità, e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

Ma grazie a te! E' stato un piacere e lunga vita al lupo.

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5 replies since 29/3/2016, 10:29   141 views
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