Nelle scorse ore avrete forse letto di un increscioso quanto divertente incidente di percorso che coinvolge Elisa e la critica musicale. In breve: il giornalista Paolo Madeddu, come ogni settimana,
commenta sul suo sito la classifica FIMI degli album più venduti, scrivendo con un impegno e una serietà ammirabile di musica che normalmente potrebbe essere liquidata in molto meno di quattro paragrafi. Questa settimana si è soffermato sul nuovo disco di Elisa, “On”, e sul featuring con sua nonna che l’artista ha inserito in un brano: il disco a Madeddu provoca un’irritazione unica, ma ammette che “è impeccabile e potrebbe essere il suo disco più centrato”. Elisa ha reagito così:
Il milione e mezzo di fan di Elisa, ovviamente, ha preso le sue parti - che nel 2016 vuol dire rovesciare sul povero Paolo Madeddu una pioggia di insulti e minacce più o meno irreplicabili.
Nessuna novità, dopotutto: il mondo è pieno di beliebers e directioners che dal tepore delle loro camerette si impegnano a riprodurre online l’intero archivio di insulti imparati nella loro breve vita di quattordicenni - ma appunto si tratta di ragazzine pre-adolescenti dalle quali è ragionevole aspettarsi gesti più o meno stupidi e immaturi. Ma quando a comportarsi così sono i fan di Elisa (che per comodità identificheremo come “italiani normali” tra i 30 e i 40 anni) cosa vuol dire? E quando a mobilitare i fan contro qualcuno è l’artista stesso?
Il discorso è piuttosto complesso, ma parte da due premesse: la prima, è che né Elisa né i suoi fan posseggono gli strumenti base per capire un testo, o forse è solo che non avevano voglia di leggerlo per bene (avrebbero compreso infatti che Madeddu non ha insultato nessuno). La seconda è che, scorrendo i commenti, si comprende come per i fan di Elisa, Madeddu non avrebbe diritto di esprimere la sua critica perché “nessuno lo conosce”, che tradotto in parole povere vuol dire che non è mai stato in tv.
La scomposta reazione di Elisa (un cambiamento di tono dovuto al suo “riposizionamento” come giudice di Amici?) e quella ancora più gretta dei suoi fan lascia piuttosto interdetti: ingenuamente verrebbe da pensare che la dinamica capobranco-che-aizza-le-sue-pecore-contro-il-nemico non sia pratica comune in contesti musicali italiani (al di fuori del rap, ovvio), ma a quanto pare si può far partire un linciaggio mediatico anche solo per aver nominato “la nonna” di un artista.
La critica musicale italiana, almeno quella dei “grandi numeri” che trova un minimo spazio su testate, quotidiani e siti nazionali, è già più che moribonda: 9 volte su 10 gli articoli si limitano a uno scambio di battute con l’artista e a una rielaborazione sintetica delle informazioni contenute nel materiale stampa. Tutto il resto è Woodstock.
Le stroncature sono praticamente inesistenti, e chiunque provi solo a sviluppare una briciola di pensiero critico viene ostracizzato (ricordate Laura Pausini che non ha portato in vacanza premio a Miami i giornalisti che non avevano scritto bene di lei?). Senza contare che della critica musicale, alla maggioranza degli italiani, non può fregare di meno - ma questa è un’altra storia.
Ovviamente non serve appellarsi all'Ordine dei Giornalisti, però è lecito chiedere ai musicisti, specialmente quelli che dispongono di milioni di fan su Facebook, che utilizzino le loro "risorse umane" in maniera più accorta e meno mafiosa (che va bene i gattini e i flame, ma non siamo su 4Chan)?
Addirittura, ci si può anche augurare che in un panorama così arido per il giornalismo musicale italiano un artista sappia accettare un po’ di critica, e che anzi ne sia felice? Con buona pace della nonna di Elisa, speriamo di sì.
fonte: rockit.it